Francesco Maria Piave



RIGOLETTO


(Melodramma messo in musica da Giuseppe Verdi)



ATTO PRIMO

Sala magnifica nel palazzo ducale, con porte nel fondo che mettono ad altre sale, pure splendidamente illuminate.
Folla di Cavalieri e Dame che passeggiano nelle sale del fondo - Paggi che vanno e vengono - Nelle sale in fondo si vedrà ballare. Da una delle sale vengono parlando fra loro il Duca e Borsa.

Duca:
Della mia bella incognita borghese
toccare il fin dell'avventura io voglio.

Borsa:
Di quella giovin che vedete al tempio?

Duca:
Da tre mesi ogni festa.

Borsa:
La sua dimora?
Duca:
In un remoto calle;
misterioso un uom v'entra ogni notte.

Borsa:
E sa colei chi sia l'amante suo?

Duca:
Lo ignora.

(Un gruppo di dame e cavalieri attraversano la sala)

Borsa:
Quante beltà!... Mirate.

Duca:
Le vince tutte di Cepran la sposa.

Borsa:
Non v'oda il conte, o Duca...

Duca:
A me che importa?

Borsa:
Dirlo ad altra ei potria...

Duca:
Nè sventura per me certo sarìa.

Ballata:
Questa o quella per me pari sono
a quant'altre d'intorno, d'intorno mi vedo;
del mio core l'impero non cedo
meglio ad una che ad altra beltà.
La costoro avvenenza è qual dono
di che il fato ne infiora la vita;
s'oggi questa mi torna gradita,
forse un'altra, forse un'altra doman lo sarà,
un'altra, forse un'altra doman lo sarà.
La costanza, tiranna del core,
detestiamo qual morbo, qual morbo crudele;
sol chi vuole si serbe fidele;
non v'ha amor, se non v'è libertà.
De'mariti il geloso furore,
degli amanti le smanie derido;
anco d'Argo i cent'occhi disfido
se mi punge, se mi punge una qualche beltà,
se mi punge una qualche beltà.

MINUETTO E PERIGORDINO
Entrano Dame e Cavalieri. Intanto nella sala in fondo si ballerà il Minuetto.
Il Duca va ad incontrare la Contessa di Ceprano e le dice con molta galanteria:

Duca:
Partite?... crudele!...

Contessa di Ceprano:
Seguire lo sposo
m'è forza a Ceprano.

Duca:
Ma dee luminoso
in Corte tal astro qual sole brillare.
Per voi qui ciascuno dovrà palpitare.
Per voi già possente la fiamma d'amore
(con enfasi baciandole la mano)
inebria, conquide, distrugge il mio core.

Contessa di Ceprano:
Calmatevi...

Duca:
La fiamma d'amore
inebria, conquide, distrugge il mio core.

Contessa di Ceprano:
Calmatevi, calmatevi...

Duca:

Per voi già possente la fiamma d'amore
inebria, conquide,
(dà il braccio alla Contessa ed esce con lei)
distrugge il mio core.

Rigoletto:
(al Conte Ceprano)
In testa che avete, signor di Ceprano?

(Ceprano fa un gesto d'impazienza e segue il Duca.)

Rigoletto:
(ai Cortigiani)
Ei sbuffa! Vedete?

Borsa, TB:
Che festa!

Rigoletto:
Oh sì!..

Borsa, TB:
Il Duca qui pur si diverte!...

Rigoletto:
Così non è sempre? Che nuove scoperte!
Il giuoco ed il vino, le feste, la danza,
battaglie, conviti, ben tutto gli sta.
Or della Contessa l'assedio egli avanza,
(ridendo)
e intanto il marito fremendo ne va.

(Esce. Intanto nella sala si ballerà il Perigordino).

Perigordino - Coro

Marullo:
(entra premuroso)
Gran nuova! Gran nuova!

Borsa, TB:
Che avvenne? parlate!

Marullo:
Stupir ne dovrete...

Borsa, TB:
Narrate, narrate...

Marullo:
(ridendo)
Ah, ah!... Rigoletto...

Borsa, TB:
Ebben?

Marullo:
Caso enorme!...

Borsa, TB:
Perduto ha la gobba? non è più difforme?

Marullo:
Più strana è la cosa!
(con gravità)
Il pazzo possiede...

Borsa, TB:
(con sorpresa)
Infine?

Marullo:
Un'amante!

Borsa, TB:
(con sorpresa)
Un'amante! Chi il crede?

Marullo:
Il gobbo in Cupido or s'è trasformato...

Borsa, TB:
Quel mostro? Cupido!

Borsa, Marullo, TB:
Cupido beato!

Duca:
(entra seguito da Rigoletto; a Rigoletto)
Ah, più di Ceprano importuno non v'è...
La cara sua sposa è un angiol per me!

Rigoletto:
Rapitela.

Duca:
detto;
ma il farlo?

Rigoletto:
Sta sera.

Duca:
Non pensi tu al conte?

Rigoletto:
Non c'è la prigione?

Duca:
Ah no.

Rigoletto:
Ebben... s'esilia.

Duca:
Nemmeno, buffone.

Rigoletto:
Allora...
(indicando di farla tagliare)
allora la testa...

Conte di Ceprano:
(Oh l'anima nera!)

Duca:
(battendo colla mano una spalla al Conte)
Che dì, questa testa?...

Rigoletto:
ben naturale!
Che far di tal testa?
A cosa ella vale?

Conte di Ceprano:
(infuriato brandendo la spada)
Marrano!

Duca:
(a Ceprano)
Fermate!

Rigoletto:
Da rider mi fa.

Marullo, TB:
In furia è montato!

Duca:
(a Rigoletto)
Buffone, vien qua.

Borsa:
In furia è montato!

Marullo:
In furia è montato!

TB:
In furia è montato!

Duca:
Ah sempre tu spingi lo scherzo all'estremo.

Conte di Ceprano:
(a Cortigiani)
Vendetta del pazzo!
Contr'esso un rancore di noi chi non ha?

Rigoletto:
Che coglier mi puote? Di loro non temo.

Duca:
Quell'ira che sfidi, colpir... ti potrà...

Conte di Ceprano:
Vendetta! In armi chi ha core

Borsa, Marullo, TB:
Ma come?

Rigoletto:
Del duca il protetto nessun... toccherà.

Conte di Ceprano:
Doman sia da me. A notte.

Borsa, Marullo, TB:
Sì. Sarà.

Duca:
Ah sempre tu spingi

Rigoletto:
Che coglier mi puote? Di loro non temo.

Borsa, Marullo, Conte di Ceprano, TB:
Vendetta del pazzo! Contr'esso un rancore

Duca:
Lo scherzo all'estremo.

Rigoletto:
Del duca il protetto nessun toccherà, no, no.

Borsa, Marullo, Conte di Ceprano, TB:
Pei tristi suoi modi di noi chi non ha?

Duca:
Ah sempre tu spingi lo scherzo all'estremo.

Rigoletto:
Nessun, nessuno, nessun, nessuno.

Conte di Ceprano:
Vendetta! vendetta!

Borsa, Marullo, TB:
Vendetta! vendetta!

Duca:
Quell'ira che sfidi, quell'ira che sfidi, colpir ti potrà.

Rigoletto:

Nessun, nessuno del duca il protetto, nessuno toccherà.

Conte di Ceprano:
Vendetta! Sta notte chi ha core sia in armi da me.

Borsa, Marullo, TB:
Vendetta! sì! A notte sarà.

Duca:
Ah sempre tu spingi

Rigoletto:
Che coglier mi puote? Di loro non temo.

Borsa, Marullo, Conte di Ceprano, TB:
Vendetta del pazzo! Contr'esso un rancore

Duca:
Lo scherzo all'estremo.

Rigoletto:
Del duca il protetto nessun toccherà, no, no.

Conte di Ceprano:
Vendetta! vendetta!

Borsa, Marullo, TB:
Vendetta! vendetta!

Duca:
Quell'ira che sfidi, quell'ira che sfidi, colpir ti potrà.

Rigoletto:
Nessun, nessuno del duca il protetto, nessuno toccherà.

Conte di Ceprano:
Vendetta! Sta notte chi ha core sia in armi da me.

Borsa, Marullo, TB:
Vendetta! Sì! A notte sarà.

Borsa, T1:
Sì vendetta!

Marullo, T2:
Sì, vendetta!

Ceprano, B:
Sì, vendetta!

Duca, Rigoletto:
Tutto è gioia!

Borsa, T1:
Sì vendetta!

Marullo, T2:
Sì, vendetta!

Ceprano, B:
Sì, vendetta!

Duca, Rigoletto:
Tutto è festa!

Tutti:
Tutto è gioia, tutto è festa; tutto invitaci a godere!
Oh guardate, non par questa or la reggia del piacere!
Oh guardate, non par questa, oh guardate, non par questa
or la reggia del piacer!
Oh guardate, non par questa or la reggia del piacer!

Monterone:
(entra in scena)
Ch'io gli parli.

Duca:
No!

Monterone:
(presentandosi)
Il voglio.

Borsa, Rigoletto, Marullo, Ceprano, TB:
Monterone!

Monterone:
(fissando il Duca con nobile orgoglio)
Sì, Monteron...
la voce mia qual tuono
vi scuoterà dovunque.

Rigoletto:
(al Duca contraffacendo la voce di Monterone)
Ch'io gli parli.
(con caricatura)
Voi congiuraste, voi congiuraste contro noi, signore;
e noi, e noi, clementi in vero, perdonammo...
Qual vi piglia or delirio, a tutte l'ore di vostra figlia
a reclamar l'onore?

Monterone:
(guardando Rigoletto con ira sprezzante)
Novello insulto!
(al Duca)
Ah sì, a turbare, ah sì, a turbare
sarò vostr'orgie... verrò a gridare
fino a che vegga restarsi inulto
di mia famiglia l'atroce insulto;
e se al carnefice pur mi darete.
spettro terribile mi rivedrete,
portante in mano il teschio mio,
vendetta a chiedere,
vendetta a chiedere al mondo, al mondo, a Dio.

Duca:
Non più, arrestatelo.

Rigoletto:
matto!

Borsa, Marullo, Ceprano:
Quai detti!

Monterone:
(al Duca e Rigoletto)
Ah, siate entrambi voi maledetti!

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Ah!

Monterone:
Slanciare il cane a leon morente
vile, o Duca... e tu, serpente,
tu che d'un padre ridi al dolore,
sii maledetto!

Rigoletto:
(da sè colpito)
Che sento! orrore!

Duca, Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Oh tu che la festa audace hai turbato,
da un genio d'inferno qui fosti guidato;

Rigoletto:
Orrore!

Duca, Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
E' vano ogni detto, di qua t'allontana
va, trema, o vegliardo, dell'ira sovrana
vano ogni detto, di qua t'allontana
va, trema, o vegliardo, dell'ira sovrana
tu l'hai provocata, più speme non v'è,
un'ora fatale fu questa per te,
un'ora fatale fu questa per te, fu questa per te,

Rigoletto:
Che orrore! che orrore!

Monterone:
Sii maledetto!

Duca, Borsa, Marullo, T:
Va, va, trema.

Rigoletto:
Ah!

Ceprano, B:
Va, va, trema, o vegliardo, più speme non v'è.

Monterone:
E tu serpente, tu che d'un padre

Duca, Borsa, Marullo, T:
Va, va, trema.

Rigoletto, Ceprano, B:
Un'ora fatale

Monterone:
Ridi al dolore,

Duca, Borsa, Marullo, T:
O vegliardo, più speme non v'è.

Rigoletto:
Che orrore! Che orrore!

Ceprano, B:
Fu questa per te, fu questa per te.

Monterone:
Sii maledetto!

Duca, Borsa, Marullo, T:
Va, va, trema

Rigoletto:
Ah!

Ceprano, B:
Va, va, trema, o vegliardo, più speme non v'è.

Rigoletto:
Orrore! Orrore!

Duca, Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Non v'è, non v'è, non v'è,

Rigoletto:
Che orror! che orror! che orror!

Duca, Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
no, non v'è.

(Monterone parte fra due alabardiere, tutti gli altri seguono il duca in altra stanza.)





ATTO SECONDO

Salotto nel palazzo ducale. Vi sono due porte laterali, una maggiore nel fondo che si chiude. Al suoi lati pendono i ritratti, in tutta figura, a sinistra del Duca, a destra della sua sposa. V'ha un seggiolone presso una tavola coperta di velluto e altri mobili.
Entra il Duca agitatissimo.

Duca:
Ella mi fu rapita!
E quando, o ciel... ne'brevi istanti,
prima che il mio presagio interno
sull'orma corsa ancora mi spingesse!
Schiuso era l'uscio!... e la magion deserta!
E dove ora sarà quell'angiol caro?...
colei che prima potè in questo core
destar la fiamma di costanti affetti?...
colei sì pura, al cui modesto sguardo
quasi spinto a virtù talor mi credo!...
Ella mi fu rapita!
E chi l'ardiva?... Ma ne avrò vendetta:
lo chiede il pianto della mia diletta.
Parmi veder le lagrime
scorrenti da quel ciglio,
quando fra il dubbio e l'ansia
del subito periglio,
dell'amor nostro memore,
il suo Gualtier chiamò.
Ne' dei potea soccorrerti,
cara fanciulla amata,
ei che vorria coll'anima
farti quaggiù beata;
ei che le sfere agli angeli,
per te non invidiò,
ei che le sfere, le sfere agli angeli
per te, per te,
le sfere agli angeli
per te non invidiò,
ah! non invidiò per te.

(entrano frettolosi i cortigiani)

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Duca, duca?

Duca:
Ebben?

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
L'amante fu rapita a Rigoletto.

Duca:
Come? e donde?

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Dal suo tetto.

Duca:
Ah, ah! dite, come fu?
dite, dite, come fu?
(siede)

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Scorrendo uniti remota via,
brev'ora dopo caduto il dì,
come previsto ben s'era in pria,
rara beltà

Borsa, T:
ci si scoprì.

Marullo, Ceprano, B:
Ci si scoprì.

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Era l'amante di Rigoletto,
che, vista appena, si dileguò.
Già di rapirla s'avea il progetto,
quando il buffon

Borsa, T:
vêr noi spuntò;

Marullo, Ceprano, B:
vêr noi spuntò;

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
che di Ceprano noi la contessa
rapir volessimo, stolto credea;
la scala, quindi, all'uopo messa,
bendato, ei stesso ferma tenè,
la scala, quindi, ei stesso, ei stesso
ferma, ferma tenè.
Salimmo, e rapidi la giovinetta
a noi riusciva quindi asportar.

Duca:
(da sè)
Cielo! è dessa!..

Borsa, Marullo, Ceprano, TB
Quand'ei s'accorse della vendetta

Duca:
La mia diletta!

Marullo, Ceprano, B:
restò scornato ad imprecar, ad imprecar,

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
restò scornato ad imprecar,
restò scornato ad imprecare,
restò scornato ad imprecar,
restò scornato ad imprecar,

Borsa, T1:
ad imprecar,

Marullo, T2:
ad imprecar,

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
restò scornato ad imprecar,

Duca:
(al coro)
Ma dove or trovasi la poveretta?

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Fu da noi stessi addotta or qui.

Duca:
(da sè)
Ah, tutto il ciel non mi rapì!..
(da sè, alzandosi con gioia)
(Possente amor mi chiama,
volar io deggio a lei;
il serto mio darei
per consolar quel cor,
il serto mio darei
per consolar quel cor.
Ah! sappia alfin chi l'ama,
conosca alfin chi sono,
apprenda ch'anco in trono
ha degli schiavi Amor,
apprenda ch'anco in trono,
ch'anco in trono ha degli schiavi,
ha degli schiavi Amor.)

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Oh qual pensier or l'agita, or l'agita?
come cangiò d'umor, cangiò d'umor!
oh qual pensier or l'agita?
come cangiò d'umor!
oh qual pensier or l'agita,
quale pensier or l'agita?
come cangiò d'umor!
come cangiò, come cangiò!


Duca:
ha degli schiavi Amor,

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Oh qual pensier or l'agita,
oh qual pensier or l'agita?
come cangiò d'umor,
come cangiò, come cangiò d'umor!

(Il Duca esce frettoloso dal mezzo).




Marullo:
Povero Rigoletto!

Rigoletto:
(entra la scena)
La rà, la rà, la la, la rà, la rà, la rà,
la rà la rà, la la, la rà, la rà.


TB:
Ei vien! Silenzio. |

Rigoletto:
(entra in scena affettando indifferenza)


Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Oh buon giorno, Rigoletto...

Rigoletto:
Han tutti fatto il colpo!


Ceprano:
Ch'hai di nuovo, buffon?..

Rigoletto:
(contraffacendo Ceprano)
Ch'hai di nuovo, buffon?..
Che dell'usato più noioso voi siete.

Borsa, Marullo, Ceprano, TB :(ridendo)
Ah! ah! ah!

Rigoletto:
(aggirandosi per la scena)
La rà, la rà, la la la rà, la rà, la rà, la rà.

(spiando inquieto dovunque)
Ove l'avran nascosta?..

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Guardate com'è inquieto!

Rigoletto:
La rà, la rà, la rà, la rà, la rà, la rà, la rà,
la rà, la rà, la rà, la rà.



Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Sì! sì! guardate com'è inquieto!

Rigoletto:
(a Marullo)

Son felice che nulla a voi
nuocesse l'aria di questa notte.

Marullo:
Questa notte!..

Rigoletto:
Sì... Oh fu il bel colpo!..

Marullo:
S'ho dormito sempre!

Rigoletto:
Ah, voi dormiste!..
Avrò dunque sognato!..
(S'allontana cantarellando, e visto un fazzoletto lo afferra)

La rà, la rà, la la, la rà, la rà, la rà, la la.

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Ve', ve, come tutto osserva!


Rigoletto:
(gettando il fazzoletto)

Non è il suo.
Dorme il Duca tuttor?

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Sì, dorme ancora.

(Entra un paggio)


Paggio:
Al suo sposo parlar vuol la Duchessa.

Ceprano:
Dorme.

Paggio:
Qui or or con voi non era?..

Borsa:
a caccia...

Paggio:
Senza paggi!.. senz'armi!..

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
E non capisci che per ora
vedere non può alcuno?..

Rigoletto:
, il quale sarà stato attentissimo al dialogo,
balzando improvviso tra loro prorompe

Rigoletto:
Ah! ella è qui dunque!..
Ella è col Duca!..

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Chi?

Rigoletto:
La giovin che sta notte
al mio tetto rapiste...
Ma la saprò riprender...
Ella è la...

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
Se l'amante perdesti,
la ricerca altrove.

Rigoletto:
Io vo' mia figlia...

Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
La sua figlia!..

Rigoletto:
Sì... la mia figlia...
D'una tal vittoria...
che?.. adesso non ridete?..
(corre verso la porta, ma i cortigiani gli attraversano il passaggio)
. Ella negarvela!..
la vogl'io... la rendete.
Cortigiani, vil razza dannata,
per qual prezzo vendeste il mio bene?
A voi nulla per l'oro sconviene!..
ma mia figlia è impagabil tesor.
La rendete... o se pur disarmata,
questa man per voi fora cruenta;
nulla in terra più l'uomo paventa,
se dei figli difende l'onor.
(si getta ancora sulla porta che gli è nuovamente contesa)
Quella porta, assassini, assassini,
m'aprite, la porta, la porta,
assassini, m'aprite.
(lotta alquanto coi cortigiani, poi torna spossato sul davanti della scena)
Ah! voi tutti a me contro venite!..
(piange)
tutti contra me!.. Ah!..
Ebben, piango... Marullo... signore,
tu ch'hai l'alma gentil come il core,
dimmi tu dove l'hanno nascosta?..
Marullo... signore,
dimmi tu dove l'hanno nascosta?
là? non è vero? è là?
non è vero? è là? non è vero?..
tu taci!.. ohimè!
(piange)
Miei signori.. perdono, pietate...
al vegliardo la figlia ridate...
ridonarla a voi nulla ora costa,
a voi nulla ora costa, tutto,
tutto al mondo è tal figlia per me.
Signori, perdon, perdono, pietà;
ridate a me la figlia;
tutto al mondo è tal figlia per me,
ridate a me la figlia;
tutto al mondo ell'è per me.
Pietà, pietà, signori,
pietà, signori, pietà.

(Gilda esce dalla stanza a sinistra e si getta nelle braccia del padre)


Gilda:
Mio padre!

Rigoletto:
Dio! mia Gilda!..
Signori... in essa... è tutta la mia famiglia...
Non temer più nulla, angelo mio...

(ai Cortigiani)

fu scherzo!.. non è vero?
Io che pur piansi orrido...

(a Gilda)

E tu a che piangi?..

Gilda:
Ah l'onta, padre mio...

Rigoletto:
Cielo! Che dici?

Gilda:
Arrossir voglio innanzi a voi soltanto...

Rigoletto:
(rivolto al Cortigiani con imperioso modo)

Ite di qua, voi tutti...
Se il duca vostro d'appressarsi osasse,
ch'ei non entri, gli dite, e ch'io ci sono.
(si abbandona sul seggiolone)


Borsa, Marullo, Ceprano, TB:
(tra loro)

Coi fanciulli e co'dementi
spesso giova il simular.
Partiam pur, ma quel ch'ei tenti
non lasciamo d'osservar.

(Partono)


Rigoletto:
Parla... siam soli...

Gilda:
-Ciel dammi coraggio!- Tutte le feste al tempio
mentre pregava Iddio,
bella e fatale un giovine
offriasi al guardo mio...
se i labbri nostri tacquero,
dagl'occhi il cor, il cor parlò.
Furtivo fra le tenebre
sol ieri a me giungeva...
Sono studente, povero,
commosso mi diceva,
e con ardente palpito
amor mi protestò.
Partì... partì
il mio core aprivasi
a speme più gradita,
quando improvvisi apparvero
color che m'han rapita,
e a forza qui m'addussero
nell'ansia più crudel.

Rigoletto:
Ah!
(da sé)

-Solo per me l'infamia
a te chiedeva, o Dio...
ch'ella potesse ascendere
quanto caduto er'io...
Ah presso del patibolo
bisogna ben l'altare!..
ma tutto, ma tutto ora scompare...
l'altare... si rovesciò!
tutto scompare...
l'altar... si rovesciò! ah!..-
(a Gilda)
Piangi! piangi fanciulla,
fanciulla piangi...

Gilda:
Padre!

Rigoletto:
scorrer, scorrer fa il pianto sul mio cor.

Gilda:
Padre, in voi parla un angel
per me consolator.

Rigoletto:
Piangi,

Gilda:
Padre, in voi parla un angel...

Rigoletto:
piangi, fanciulla, fanciulla, piangi...

Gilda:
padre, in voi parla un angel...

Rigoletto:
scorrer, scorrer fa il pianto sul mio cor.

Gilda:
padre, in voi parla un angel

Rigoletto:

Piangi, piangi, piangi, scorrer fa il pianto

Gilda:
consolator.

Rigoletto:
sul mio cor.

Gilda:
padre, in voi parla un angel

Rigoletto:
Piangi, piangi, piangi, scorrer fa il pianto

Gilda:
consolator,

Rigoletto:
sul mio cor,

Gilda:
angel consolator, angel consolator, ah!

Rigoletto:
a il pianto sul mio cor, fa il pianto sul mio cor, ah!

Gilda:
consolator, ah!

Rigoletto:

ah! sul mio cor, ah!

Gilda:
padre, in voi un angel, un angel consolator.

Rigoletto:
scorrer fa il pianto, mia figlia, mia figlia sul mio cor.
Compiuto pur quanto a fare mi resta...
lasciare potremo quest'aura funesta.

Gilda:


Rigoletto:
(da sè)

-E tutto un sol giorno cangiare potè.. -
(Il Conte di Monterone che attraversa la scena fra gli alabardieri)


Usciere:
(alle guardie)

Schiudete... ire al carcere Monteron dee.

Monterone:
(fermandosi verso il ritratto del Duca)

Poichè fosti invano da me maledetto,
nè un fulmine o un ferro colpiva il tuo petto,
felice pur anco, o duca, vivrai!...
(esce fra le guardie dal mezzo)


Rigoletto:
No, vecchio t'inganni... un vindice avrai!
Sì, vendetta, tremenda vendetta
di quest'anima è solo desio...
di punirti già l'ora saffretta,
che fatale per te tuonerà
Come fulmin scagliato da Dio,
come fulmin scagliato da Dio,
te colpire il buffone saprà.

Gilda:
O mio padre, qual gioia feroce
balenarvi ne gl'occhi vegg'io!..

Rigoletto:
Vendetta!

Gilda:
Perdonate, a noi pure una voce
di perdono dal cielo verrà,

Rigoletto:
Vendetta!

Gilda:
perdonate, perdonate.

Rigoletto:
No! No!

Gilda:
Mi tradiva, pur l'amo, gran Dio!
per l'ingrato ti chiedo pietà!


Rigoletto:
Come fulmin scagliato da Dio,

Gilda:
Perdonate...

Rigoletto:
te colpire il buffone saprà,

Gilda:
A noi pure il perdono al ciel verrà,

Rigoletto:
colpire te il buffone, te colpire saprà,

Gilda:
a noi verrà, ah perdonate, perdonate.

Rigoletto:
sì, sì colpire, te colpire il buffone saprà,

(escono dal mezzo)
.



ATTO TERZO

A sinistra è una casa a due piani, mezzo diroccata, la cui fronte, volta allo spettatore, lascia vedere per una grande arcata l'interno d'una rustica osteria al pian terreno, ed una rozza scala che mette al granaio, entro cui, da un balcone senza imposte, si vede un lettuccio. Nella facciata che guarda la strada è una porta che s'apre per dietro; il muro poi è sì pieno di fessure che dal di fuori si può facilmente scorgere quanto avviene nell'interno. Il resto del teatro rappresenta la destra parte del Mincio, che nel fondo scorre dietro un parapetto in mezza ruina; al di là del fiume è Mantova. È notte. Preludio, Scena e Canzone Gilda e Rigoletto, inquieto, sono sulla strada. Sparafucile nell'interno dell'osteria, seduto sopra una tavola, sta ripulendo il suo cinturone senza nulla intendere di quanto accade al di fuori.

Rigoletto:
E l'ami?

Gilda:
Sempre.

Rigoletto:
Pure tempo a guarirne t'ho lasciato.

Gilda:
Io l'amo.

Rigoletto:
Povero cor di donna!..
Ah il vile infame!..
Ma ne avrai vendetta, o Gilda...

Gilda:
Pietà, mio padre...

Rigoletto:
E se tu certa fossi
ch'ei ti tradisse,
l'ameresti ancora?

Gilda:
Nol so... ma pur m'adora.

Rigoletto:
Egli!

Gilda:
Sì.

Rigoletto:
(la conduce presso una delle fessure del muro, ed ella vi guarda)
Ebben, osserva dunque.

Gilda:
Un uomo vedo.

Rigoletto:
Per poco attendi.
(Il Duca, in assisa di semplice ufficiale di cavalleria, entra nell'osteria.


Gilda:
(trasalendo
Ah padre mio!


Maddalena:
Lasciatemi, stordito.

Duca:
Ih, che fracasso!

Maddalena:
Stia saggio.

Duca:
E tu sii docile,
non far mi tanto chiasso.
Ogni saggezza chiudesi
nel gaudio e nell'amore...
(le prende la mano)
La bella mano candida!...

Maddalena:
Scherzate voi, signore.

Duca:
No, no.

Maddalena:
Son brutta.

Duca:
Abbracciami.

Gilda:
Iniquo!

Maddalena:
Ebro!...

Duca:
(ridendo)
D'amor ardente.

Maddalena:
Signor l'indifferente,
vi piace canzonar?

Duca:
No, no, ti vo'spossar.

Maddalena:
Ne voglio la parola...

Duca:
Amabile figluola!

Rigoletto:
(a Gilda che avrà tutto osservato ed inteso)
E non ti basta ancor?

Gilda:
Iniquo traditor!


Maddalena
Ne voglio la parola.

Duca:
Amabile figluola!

Rigoletto:
E non ti basta ancor?

Gilda:
Iniquo traditor!


Maddalena
Ne voglio la parola.
Ne voglio la parola.

Duca:
Bella figlia dell'amore,
schiavo son de'vezzi tuoi;
con un detto, un detto sol tu puoi
le mie pene, le mie pene consolar.
Vieni e senti del mio core
il frequente palpitar.
Con un detto, un detto sol tu puoi
le mie pene, le mie pene consolar.

Maddalena:
Ah! ah! rido ben di core,
chè tai baie costan poco,

Gilda:
Ah, così parlar d'amore

Maddalena:
quanto valga il vostro gioco,
mel credete so apprezzar.

Gilda:
a me pur l'infame ho udito!
Infelice cor tradito,
per angoscia non scoppiar,
no, non scoppiar.
no, no, no, no, no, no, no, non scoppiare,
ah no!


Maddalena:
Son avvezza, bel signore,
ad un simile scherzare,
mio bel signor!
Ah! ah! rido ben di core,
chè tai baie costan poco:
quanto valga il vostro gioco,
mel credete so apprezzar.
Sono avvezza, bel signore,
ad un simile scherzare,
Ah! Ah! ah! ah! rido di cor,
ah! ah! rido di cor,
ah! ah! rido di cor,
ah! ah! rido,
ah! ah! rido ben di core,
chè tai baie costan poco;
quanto valga il vostro gioco,
mel credete so apprezzar,
sì, sì,
sono avvezza, bel signore,
ad un simile scherzar,
ah! ah! ah! ah! rido di cor,
ah! ah! rido di cor,
ah! ah! rido di cor,
ah! ah! rido,
ah! ah! rido ben di core,
chè tai baie costan poco;
quanto valga il vostro gioco,
mel credete so apprezzar,
sì, sì,
sono avvezza, bel signore,
ad un simile scherzar,
il vostro gioco so apprezzar,
il vostro gioco so apprezzar,
il vostro gioco so apprezzar,
il vostro gioco so apprezzare,
ah, sì!


Duca:
Con un detto sol tu puoi
le mie pene consolar.
Bella figlia dell'amore,
schiavo son de'vezzi tuoi;
con un detto, un detto sol tu puoi
le mie pene, le mie pene consolar.
Ah! con un detto sol tu puoi
le mie pene consolar;
vieni senti del mio core
il frequente palpitar,
ah, sì, vieni;
ah! con un detto sol tu puoi
le mie pene consolar;
vieni senti del mio core
il frequente palpitar,
ah, sì, vieni,
senti del core il palpitar,
senti del core il palpitar,
vieni, vieni, vieni,
vieni!

Rigoletto:
Taci, il piangere non vale,
taci, taci, il piangere non vale,
no, non val, no, no, non val.
Ch'ei mentiva, ch'ei mentiva
sei sicura...
Taci, e mia sarà la cura
la vendetta d'affrettar,
taci, e mia sarà la cura
la vendetta d'affrettar;
sì, pronta fia sarà fatele,
io saprollo fulminar,
io saprollo fulminar;
taci, e mia sarà la cura
la vendetta d'affrettar,
taci, e mia sarà la cura
la vendetta d'affrettar;
sì, pronta fia sarà fatele,
io saprollo fulminar,
io saprollo fulminar;
taci, e mia sarà la cura
la vendetta d'affrettar,
taci, e mia sarà la cura
la vendetta d'affrettar,
taci, taci, taci,
taci!





Scena, Terzetto e Tempesta



Rigoletto:
M'odì!... ritorna a casa...
oro prendi, un destriero,
una veste viril che t'apprestai,
e per Verona parti...
Sarovvi io pur doman...

Gilda:
Or venite...

Rigoletto:
Impossibil.

Gilda:
Tremo.

Rigoletto:
Va!

(Il Duca e Maddalena stanno fra loro parlando, ridendo e bevendo. Rigoletto va dietro la casa, e ritorna con Sparafucile, contandogli delle monete.)

Venti scudi hai tu detto?...
Eccone dieci; e dopo l'opra il resto.
Ei qui rimane?

Sparafucile:
Sì.

Rigoletto:
Alla mezzanotte ritornerò.

Sparafucile:
Non calle.
A gettarlo ne fiume basto io solo.

Rigoletto:
No, no, il vo' far io stesso.

Sparafucile:
Sia!... Il suo nome?

Rigoletto:
Vuoi saper anche il mio?
Egli è Delitto,
Punizion son io.
(Parte).
Entro le scene si vedrà un lampo.

Sparafucile:
La tempesta è vicina!...
più scura fia la notte.

Duca:
(per prenderla)
Maddalena...

Maddalena:
(sfuggendogli)
Aspettate... mio fratello viene...

Duca:
Che importa?

Maddalena:
Tuona!

Sparafucile:
(entrando in casa)
E pioverà fra poco.

Duca:
Tanto meglio!
(a Sparafucile)
Tu dormerai in scuderia...
all'inferno... ove vorrai.

Sparafucile:
Oh, grazie.

Maddalena:
(piano al Duca)
Ah, no, partite.

Duca:
(a Maddalena)
Con tal tempo?

Sparafucile:
(piano a Maddalena)
Son venti scudi d'oro.
(al Duca)
Ben felice d'offrirvi la mia stanza...
se a voi piace tosto a vederla andiamo.
(prende un lume e s'avvia per la scala).

Duca:
Ebben! sono con te...
presto... vediamo.
(dice una parola all'orecchio di Maddalena e segue Sparafucile).

Maddalena:
Povero giovin!.. grazioso tanto!
Dio, qual notte è questa!

Duca:
(sul granaio)
Si dorme all'aria aperta?
bene, bene!.. Buona notte.

Sparafucile:
Signor, vi guardi Iddio.

(Il Duca depone la spada e il cappello.)

Duca:
Breve sonno dormiam... stanco son io.
La donna è mobile
qual piuma al vento,
muta d'accento
e di pensiero...
muta d'accento
e di pen...
la donna è mobil,
muta d'accento
e di pensier...
e di... pensier...
muta d'accento
e di pen...

Maddalena:
amabile in vero
cotal giovinotto!

Sparafucile:
Oh sì, venti scudi ne dà di prodotto.

Maddalena:
Sol venti?.. son pochi!.. valeva di più.

Sparafucile:
La spada, s'ei dorme, va... portami giù

(Maddalena sale al granaio)

Gilda:
(in costume virile, con stivali e speroni, comparisce del fondo, e lentamente si avanza verso l'osteria, mentre Sparafucile continua a bere)
Ah, più non ragiono!..
Amor mi trascina!..
mio padre, perdono...
Qual notte d'orrore!..
Gran Dio, che accadrà!

Maddalena:
(sargrave discesa ed avrà posata la spada del Duca sulla tavola)
Fratello?..

Gilda:
Chi parla?..
osserva per la fessura

Sparafucile:
Al diavol ten va...

Maddalena:
Somiglia un Apollo quel giovine...
io l'amo... ei m'ama...riposi...
nè più l'uccidiamo.

Gilda:
Oh cielo!

Sparafucile:
(gettandole un sacco)
Rattoppa quel sacco...

Maddalena:
Perchè?

Sparafucile:
Entr'esso il tuo Apollo,
sgozzato da me,
gettar dovrò al fiume...

Gilda:
L'inferno qui vedo!

Maddalena:
Eppure il danaro salvarti scommetto,
serbandolo in vita.

Sparafucile:
Difficile il credo.

Maddalena:
M'ascolta... anzi facil ti svelo un progetto.
De'scudi già dieci dal gobbo ne avesti;
venire cogl'altri più tardi il vedrai...
Uccidilo e, venti allora ne avrai,


Gilda
Che sento! mio padre!

Maddalena:
così tutto il prezzo
goder si potrà...

Sparafucile:
Uccider quel gobbo!...
che diavol dicesti!
Un ladro son forse?...
Son forse un bandito?...
Qual altro cliente
da me fu tradito?...
Mi paga quest'uomo...
fedele m'avrà

Maddalena:
Ah, grazia per esso.

Sparafucile:
duopo ch'ei muoia...

Maddalena:
(va per salire)
Fuggire il fo adesso!...

Gilda:
Oh buona figliuola!...

Sparafucile:
(trattenando Maddalena)
Gli scudi perdiamo.

Maddalena:
ver!..

Sparafucile:
Lascia fare...

Maddalena:
Salvarlo dobbiamo,
salvarlo dobbiamo.

Sparafucile:
Se pria ch'abbia il mezzo
la notte toccato
alcuno qui giunga,
per esso morrà.

Maddalena:
buia la notte,
il ciel troppo irato,
nessuno a quest'ora
da qui passerà.

Gilda:
Oh, qual tentazione!..
morir per l'ingrato!..
morire, e mio padre!..
Oh cielo, pietà!
oh cielo


Sparafucile:
per esso morrà!
Ancor c'è mezz'ora...

Maddalena:
(piangendo)
Attendi, fratello...

Gilda:
Che! piange tal donna!..
N'è a lui darò aita!..
Ah, s'egli al mio amore
divenne rubello,
io vo'per la sua
gettar la mia vita...


(Scoppio di fulmine, lampo, e tuono; colpi di battente; Gilda batte alla porta.)

Maddalena:
Si picchia?

Sparafucile:
Fu il vento...

(Gilda batte ancora.)

Maddalena:
Si picchia, ti dico.

Sparafucile:
Strano!.. Chi è?

Gilda:
Pietà d'un mendico;
asil per la notte
a lui concedete.

Maddalena:
Fia lunga tal notte!

Sparafucile:
(va a cercare nel credenzone)
Al quanto attendete.

Maddalena:
Su, spicciati. Presto,
fa l'opra compiuta:
anelo una vita
con altra salvar.

Sparafucile:
Ebbene... son pronto,
quell'uscio dischiudi;
più ch'altro gli scudi
mi preme salvar.

Gilda:
Ah! presso alla morte,
sì giovine, sono!
Oh ciel, per quegl'empi
ti chieggo perdono!
Perdona tu, o padre,


Maddalena:
Spicciati, presto


Sparafucile:
Bene.. son pronto

Gilda:
a quest'infelice!..


Maddalena:
fa l'opra compiuta:


Sparafucile:
Quell'uscio dischiudi;

Gilda:
sia l'uomo felice


Maddalena:
anelo una vita


Sparafucile:
più ch'altro gli scudi

Gilda:
ch'or vado a salvar;


Maddalena:
con altra salvar;


Sparafucile:
mi preme salvar;

Maddalena:
su, su, fa presto


Sparafucile
ebbene, son pronto,

Gilda:
perdona,


Sparafucile:
quell'uscio dischiudi,

(Fulmine, lampo, e tuono . Gilda picchia di nuovo. Sparafucile va a postarsi con un pugnale dietro la porta; Maddalena apre, poi
corre a chiudere la grande arcata di fronte, mentre entra Gilda, dietro a cui
Sparafucile chiude la porta, e tutto resta sepolto nel silenzio e nel buio.)


Maddalena:
Spicciati.

Sparafucile:
Apri.

Maddalena:
Entrate.

Gilda:
Dio!..
loro perdonate.

Maddalena, Sparafucile:
Entrate.

(Comincia ad agire la macchina del tuono sul palcoscenico. fulmini continui. Cessa il tuono, continuano lampi e pioggia. Tuono. Tuono. Cessa la pioggia.)


Scena e Duetto Finale

Rigoletto solo si avanza dal fondo della scena chiuso nel suo mantello. La violenza del temporale è diminuita, nè più si vede e sente che qualche lampo e tuono.

Rigoletto:
Della vendetta alfin giunge l'istante!
da trenta dì l'aspetto
di vivo sangue a lagrime piangendo,
sotto la larva del buffon...
(esaminando la casa)
Quest'uscio è chiuso!..
Ah, non è tempo ancor!..
S'attenda.
Qual notte di mistero!
una tempesta in cielo!..
in terra un omicidio!..
Oh come in vero
qui grande mi sento!..
(L'orologio suona mezzanotte)
Mezza notte!..
(batte alla porta)

Sparafucile:
Chi è là?

Rigoletto:
Son io...

Sparafucile:
Sostate.
(rientra e torna trascinando un sacco)
qua spento il vostr'uomo!..

Rigoletto:
Oh gioia!.. Un lume!..

Sparafucile:
Un lume?.. No, il danaro.
Lesti, all'onda il gettiam...

Rigoletto:
(gli dà una borsa)
No... basto io solo.

Sparafucile:
Come vi piace...
Qui men atto è il sito...
più avanti è più profondo il gorgo...
Presto, che alcun non vi sorprenda...
Buona notte.
(rientra in casa)

Rigoletto:
Egli è là!.. morto!..
oh sì!.. vorrei vederlo!
ma che importa!.. è ben desso!..
Ecco i suoi sproni!..
Ora mi guarda, o mondo!..
Quest'è un buffone,
ed un potente è questo!
Ei sta sotto i miei piedi!..
desso! oh gioia!..
giunta alfine
la tua vendetta, o duolo!..
Sia l'onda a lui sepolcro,
un sacco il suo lenzuolo!..
All'onda! all'onda!


(fa per trascinare il sacco verso la sponda, quando è sorpreso dalla lontana voce del Duca, che nel fondo attraversa la scena)

Duca:
La donna è mobile
qual piuma al vento,
muta d'accento
e di pensiero,

Rigoletto:
Qual voce!..

Duca:
Sempre un amabile
leggiadro viso,
in pianto o in riso,

Rigoletto:

illusion

Duca:
menzognero.

Rigoletto:

notturno è questa!..

Duca:
La donna è mobile
qual piuma al vento,

Rigoletto:
(trasalendo)
No, no!..

Duca:
muta d'accento,

Rigoletto:
no!..

Duca:
e di pensier.

Rigoletto:
egli è desso!..
Maledizione!
(verso la casa)
Olà... dimon bandito?..

Duca:
muta d'accento
e di pensier,
(perdendosi poco a poco in lontano)
e di pensier,
e di pensier

Rigoletto:
Chi è mai,
chi è qui in sua vece?..
(taglia il sacco)
Io tremo...
umano corpo!..

(lampeggia)

Mia figlia!..
Dio!.. mia figlia!..
Ah, no!.. è impossibil!..
per Verona è in via!..
Fu vision!..
dessa!..
(inginocchiandosi)
Oh mia Gilda!..
fanciulla... a me rispondi!..
l'assassino mi svela...
Olà
(picchia disperatamente alla porta)
Nessuno!.. nessun!..
Mia figlia?.. mia Gilda?..
oh mia figlia?..

Gilda:
Chi mi chiama?

Rigoletto:
Ella parla!..
si move!.. è viva!..
oh Dio!
Ah, mio ben solo in terra...
mi guarda, mi conosci...

Gilda:
Ah... padre mio!..


Rigoletto:
Qual mistero!..
che fu!.. sei tu ferita?..
dimmi...

Gilda:
L'acciar...
(indicando il core)
qui... qui mi piagò..

Rigoletto:
Chi t'ha colpita?..

Gilda:
V'ho l'ingannato... colpevole fui...
ai troppo... ora muoio per lui!..

Rigoletto:
(da sé)
(Dio tremendo! ella stessa fu côlta
dallo stral di mia giusta vendetta!..)


(a Gilda)
Angiol caro, mi guarda, m'ascolta...
parla, parlami, figlia diletta!

Gilda:
Ah, ch'io taccia!.. a me... a lui perdonate!..
benedite... alla figlia... o mio padre..
lassù... in cielo, vicina alla madre...
in eterno per voi pregherò.

Rigoletto:
Non morir... mio tesoro, pietade...
mia colomba... lasciarmi non dêi,
no, lasciarmi non dêi...

Gilda:
Lassù... in cielo, vicina alla madre,

Rigoletto:
Oh mia figlia!..

Gilda:
in eterno per voi pregherò.

Rigoletto:
No, lasciarmi non dêi...

Gilda:
pregherò...

Rigoletto:
non morir...

Gilda:
per voi... pregherò...

Rigoletto:
se t'involi qui sol rimarrei...
non morire, o qui teco morrò!..

Gilda:
Non più... A lui...

Rigoletto:
Oh mia figlia!...

Gilda:
perdonate...

Rigoletto:
Oh mia Gilda!...

Gilda:
mio padre...

Rigoletto:
no, lasciarmi non dêi...

Gilda:
Addio!... lassù in ciel...

Rigoletto:
Non morir...

Gilda:
Lassù in ciel...

Rigoletto:
No, lasciarmi non dêi

Gilda:
pregherò...

Rigoletto:
non morir...

Gilda:
per voi... preghe...

(muore)

Rigoletto:
Gilda! mia Gilda!
morta!..
Ah! la maledizione!!
(strappandosi i capelli cade sul cadavere della figlia)



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