Folgòre da San Gimignano



Sonetti della Semana

 

 

 

 

I Dedica

I' ho pensato di fare un gioiello,
che sia allegro, gioioso ed ornato,
e sí 'l vorrei donare in parte e lato,
ch'ogn'uomo dica: «E' li sta ben, è bello!»
E or di nuovo ho trovato un donzello
saggio, cortese e ben ammaestrato,
ché li starebbe me' l'imperïato
che non istà la gemma nell'anello:
Carlo di misser Guerra Cavicciuoli,
quel ch'è valente ed ardito e gagliardo,
e servente, comandi chi che vuoli;
leggero piú che lonza o lïopardo,
e mai non fece dei denar figliuoli,
ma spende piú che 'l marchese lombardo.

 

II
Lunidie
Quando la luna e la stella dïana
e la notte si parte e 'l giorno appare,
vento leggero, per polire l'are
e far la gente stare allegra e sana;
il lunedí, per capo di semana,
con istormenti mattinata fare,
ed amorose donzelle cantare,
e 'l sol ferire per la meridiana.
Lèvati sú, donzello, e non dormire,
ché l'amoroso giorno ti conforta
e vuol che vadi tua donna a servire.
Palafreni e destrier sieno alla porta,
donzelli e servitor con bel vestire:
e poi far ciò ch'Amor comanda e porta.

 

III
Martidie
E 'l martedí li do un nuovo mondo:
udir sonar trombetti e tamburelli,
armar pedon, cavalieri e donzelli,
e campane a martello dicer: «don do»;
e lui primiero e li altri secondo,
armati di loriche e di cappelli,
veder nemici e percuotere ad elli,
dando gran colpi e mettendoli a fondo;
destrier vedere andare a vuote selle,
tirando per lo campo lor segnori,
e strascinando fegati e budelle;
e suonare a raccolta trombatori
e sufoli, flaúti e ciramelle,
e tornare alle schiere i feritori.

 

IV
Mercoredie
Ogni mercoredí corredo grande
di lepri, starne, fagiani e paoni,
e cotte manze ed arrosti capponi,
e quante son delicate vivande;
donne e donzelle star per tutte bande,
figlie di re, di conti e di baroni,
e donzellette e giovani garzoni
servir portando amorose ghirlande;
coppe, nappi, bacin d'oro e d'argento,
vin greco di riviera e di vernaccia,
frutta, confetti quanti li è 'n talento,
e presentarvi uccellagioni e caccia;
e quanti sono a suo ragionamento
sí sieno allegri e con la chiara faccia.

 

V
Giovedie
Ed ogni giovedí tornïamento,
e giostrar cavalier ad uno ad uno,
e la battaglia sia 'n luogo comuno,
a cinquanta e cinquanta, e cento e cento.
Arme, destrieri e tutto guarnimento,
sien d'un paraggio addobbati ciascuno;
da terza a vespro, passato 'l digiuno:
allora si conosca chi ha vento.
E poi tornare a casa alle lor vaghe,
ove seranno i fin letti soprani;
e' medici fasciar percosse e piaghe,
e le donne aitar con le lor mani;
e di vederle sí ciascun s'appaghe,
che la mattina sien guariti e sani.

 

VI
Venerdie
Ed ogni venerdí gran caccia e forte:
veltri, bracchetti, mastini e stivori,
e bosco basso miglia di staiori,
là ove si troven molte bestie accorte,
che possano veder, cacciando, scorte:
e rampognare insieme i cacciatori,
cornando a caccia presa i cornatori:
ed allor vemgan molte bestie morte.
E poi recogliere i cani e la gente,
e dicer: «L'amor meo manda a cotale».
«Alle guagnele, serà bel presente!»
«Ei par che i nostri cani avesser ale!»
«Te', te', Belluccia, Picciuolo e Serpente,
ché oggi è 'l dí della caccia reale!»

 

VII
Sabato die
E 'l sabato diletto ed allegrezza
in uccellare e volar di falconi,
e percuotere grue, ed alghironi
iscendere e salire in grand'altezza;
ed all'oche ferir per tal fortezza
che perdan l'ale, le cosce e' gropponi;
corsieri e palafren mettere a sproni,
ed isgridar per gloria e per baldezza.
E poi tornare a casa e dire al cuoco:
«To' queste cose e acconcia per dimane,
e pela, taglia, assetta e metti a' fuoco;
ed abbie fino vino e bianco pane,
ch'e' s'apparecchia di far festa e giuoco:
fa che le tue cucine non sian vane!»

 

VIII
Domenica die
Alla dimane, all'apparer del giorno
venente, che domenica si chiama,
qual piú li piace, damigella o dama,
abbiane molte che li sien d'attorno;
in un palazzo dipinto ed adorno
ragionare con quella che piú ama;
qualunche cosa che desia e brama,
venga in presente senza far distorno.
Danzar donzelle, armeggiar cavalieri,
cercar Firenze per ogni contrada,
per piazze, per giardini e per verzieri;
e gente molta per ciascuna strada,
e tutti quanti il veggian volentieri:
ed ogni dí di ben in meglio vada.


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